mercoledì 4 maggio 2016

Livereport del 15/04/16

Locale: Traffic Live Club
Data: 15/04/16
Band

Dharma Storm
Whisperz
Galderia
Secret Sphere




Report a cura di: Claudio Causio
Foto a cura di: Gv. Photography
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Dopo il rendez-vous del death metal underground romano, il Traffic deve resistere nuovamente sotto i colpi del power, che ormai a Via Prenestina è di casa. Brothel of Sound e Rock On, per la prima volta insieme, portano sul noto palco romano i celebri Secret Sphere, che fanno da headliners per un concerto che forse di headliners non dovrebbe averne. Aprono la serata i Dharma Storm, non nuovi al Traffic, e reduci dal release party di “Not An Abyss Prey”, loro primo disco, seguono gli Whisperz, altro nome emblema della scena romana, i Galderia, scesi dalle terre transalpine, accompagnati per l'occasione alla batteria da Andrea Gianangeli (DragonhammeR) e che, infine, lasciano il palco ai suddetti Secret Sphere di mister Luppi. Si prospetta dunque un evento niente male, e così sarà, seppur ostacolato da situazioni avverse.

Nonostante una mezz'oretta di ritardo, il concerto può iniziare. La band di Ladispoli, pupillo della Brothel of Sound di Andrea Lanzillo e Giovanni Noè, presenta una scaletta inedita. I cinque infatti tralasciano il solito intro, scendendo in campo tutti insieme con una potente Emerged. Già da subito, come loro solito, si presentano non come una band emergente, hanno già familiarità con il palco e con il pubblico, che ormai ha imparato a conoscerli. Molti infatti sono i volti noti ai Dharma Storm, tra cui musicisti del calibro di David Folchitto e i suddetti Andrea Lanzillo e Giovanni Noè, che sono soliti assistere ai loro spettacoli e che sono presenti anche stasera. Emerged lascia spazio a The Possesed One, altro potente pezzo di Not An Abyss Prey, dopodiché Brandy imbraccia la sua chitarra per il terzo brano, una sorta di inedito: un medley strumentale, chiamato per l'occasione Brandyland, che culmina in quella che potrebbe essere l'inno della band, Immortal Crew. Infine, Blackout, il loro pezzo più celebre, per cui i cinque di Ladispoli hanno anche registrato un video, chiude il loro concerto.
Da elogiare la prestazione di ognuno: Nicholas alla batteria è un punto fermo, Gianluca, al basso, magistrale in fase di ritmica e melodia, tanto che un improvviso imprevisto che coglie la chitarra non viene neanche percepito, Daniele Castagna, alla chitarra, nonostante il suddetto imprevisto, dimostra grandi e indubbie capacità, e Dario La Montagna, alla tastiera, non ha neanche bisogno di presentazioni. Il tutto confluisce in un mix perfetto tra il classico heavy metal, di cui la voce di Marco è l'emblema più significativo, e il sinfonico, di cui Dario “Bois” si fa portavoce esemplare.
I Dharma Storm sono indubbiamente una band dalle grandi potenzialità, una band per cui mi è difficile essere imparziale, tanto li rispetto e tanto li vedo come il futuro per il nostro metal. E se davvero lo fossero, non potrei immaginarne uno più roseo. Però la loro professionalità spesso ha lasciato spazio ad un'eccessiva rilassatezza, dovuta sicuramente al fatto di giocare in casa. Ciò non toglie però che ogni esibizione dei Dharma Storm, soprattutto ora che sono reduci dal tour in Germania, è un'esplosione di energia e di grandi capacità, sfruttate al meglio da ognuno in fase di composizione e realizzazione. I Dharma Storm sono una grande realtà della scena metal romana ed italiana, su cui bisogna lavorare, per far sì che non restino solo una grande promessa, ma anche una solida certezza.

Line up:
Marco “Brandy” De Angeli – Voce/chitarra
Daniele “Harry” Castagna -  Chitarra
Gianluca “Pierce” Lancianese – Basso/seconda voce
Nicholas “Mingo” Terribili – Batteria

Setlist:
Emerged
The Possesed One
Brandyland
Blackout

Rapido cambio-palco: ora tocca agli Whisperz, ancor più nota realtà della scena romana metal. Si sente la carriera più che decennale del gruppo romano, sicuro di sé nel calcare il palco del Traffic.
Flavio Falsone, vocalist della band, non si lascia fermare da un leggero mal di gola e mette in pratica tutte le sue qualità in fatto di voce e frontman. Il pubblico, che già conosce gli Whisperz, si esalta sulle note dei primi due pezzi, The Cage e Malicious Intent. A questo punto, Flavio presenta Diego, il nuovo batterista, dopodiché annuncia l'esecuzione di un brano inedito, che sarà presente nel secondo disco (seguito dell'omonimo “Whisperz”, 2014), Underdog's Revenge, e che già dal titolo si presenta come un grido da parte dell'underground, forse da parte degli Whisperz stessi, che meriterebbero una florida carriera, date le loro qualità. Seguono Dusty Roads, poco eseguita nei live dai cinque romani, e la potente Innocent Fury, che fa parte del repertorio del gruppo già da tempo ma che sarà presente solo nel secondo disco. Chiudono Mr. Nothing e Bloody Eyes, tra i brani più celebri della band.
Che dire: gli Whisperz non hanno bisogno di presentazioni, il loro nome in eventi come questi è una certezza, sono tra i portavoce del metal underground romano, con i loro riff insieme semplici e complessi, mai scontati, e con la loro energia tipica di cinque ragazzi che hanno voglia di fare, e nel loro caso, di fare bene. Heavy e un pizzico di prog, in un repertorio dimostrazione di grandi qualità compositive, dalle sfaccettature più hard a quelle più soft. Insomma, quando senti gli Whisperz per la prima volta, non devi aspettarti nulla, perché sono sempre pronti a sorprenderti.
Foto di rito degli Whisperz e per loro su le corna di tutto il Traffic. Ovazione più che meritata.

Line up:
Flavio Falsone – Voce
Massimiliano Maggi – Chitarra
Leonardo Olasio – Chitarra
Marco Di Ianni – Basso
Diego Degli Abbati – Batteria

Setlist:
The Cage
Malicious Intent
Underdog's Revenge
Dusty Roads
Innocent Fury
Mr. Nothing
Bloody Eyes

Dai porti di Marsiglia, oltre le Alpi, giunge a Roma il power metal più puro dei Galderia, un power metal di chiara ispirazione tedesca, sulla scia di Gamma Ray e Freedom Call, a tema “Universo”, in particolare le Terre di Galderia, da cui si dicono derivare. Quasi sconosciuti agli occhi del pubblico della capitale, già da subito convincono con i loro cori potenti che coinvolgono gran parte del locale, al punto da far cantare anche chi non conoscesse i Galderia. I ragazzi di Marsiglia si presentano in una formazione inedita: ad impugnare le bacchette sarà il romano Andrea Gianangeli, già batterista dei DragonhammeR, il che rende la serata ancor più interessante ed affascinante.
I Galderia partono forte con The Universality, title track del loro ultimo disco, e proseguono a guisa di cori da stadio verso Sundancers e Beyond The Cosmic Winds, una delle hit del loro ultimo album di inediti, The Universality, appunto. Segue una piccola pausa per annunciare il pezzo seguente, un inno per tutti coloro che non smettono di sognare: One Million Dreams. Rise, Legions of Free Men è il brano seguente, tratto dall'omonimo album, durante il quale Seb riscontra un problema con l'amplificatore della sua chitarra. Al termine dell'esecuzione del brano, una serie di addetti e musicisti (tra cui Aldo Lonobile dei Secret Sphere e Harry dei Dharma Storm), sale sul palco per tentare di risolvere il problema, quindi l'esibizione verrà interrotta per qualche minuto. Ma Andrea Gianangeli non vuol sentir parlare di “esibizione interrotta” e certo, da buon anfitrione, non vuol far fare brutta figura agli ospiti francesi. Impugna così le sue bacchette marcate DragonhammeR e si prodiga in un lungo assolo di batteria che esalta tutta la folla del Traffic. I Galderia però decidono di suonare almeno un ultimo pezzo, per salutare Roma in grande stile: è il turno di Far Space, i cui cori fanno cantare tutto il pubblico, un pubblico che chiede un bis ma Seb risponde chiaramente, scusandosi, di non aver più pezzi in repertorio eseguibili con una sola chitarra e che, quindi, verrà annullata Land of Galderia, prevista invece dalla scaletta affissa sul palco. Un applauso accompagna i quattro fuori dallo stage.
Il loro metal “universale”, il loro power tedesco dagli accenti francesi è la loro rivisitazione dei Gamma Ray e dei Freedom Call, il cui paradigma è certamente il coro coinvolgente e unificante. Il tutto è stato molto apprezzato dal pubblico capitolino che, a mio avviso, tornerebbe a vedere i Galderia in un ipotetico ritorno nella penisola.

Line up:
Seb – Voce/chitarra
Bob – Basso/voce
Tom – Chitarra
Andrea Gianangeli – Batteria

Setlist:
The Universality
Sundancers
Beyond The Cosmic Winds
One Million Dreams
Rise, Legions Of Free Men
(Drums Solo)
Far Space

è il momento degli headliners, i Secret Sphere, avanguardia del power e del prog metal italiano. La loro scaletta vedere predominare brani estratti dal loro ultimo disco di inediti, il primo con Michele Luppi alla voce, Portrait of a Dying Heart, ma non mancano pezzi dai dischi precedenti, soprattutto da A Time Never Come (recentemente ri-registrato con Luppi alla voce). La band di Alessandria sale sul palco con un nuovo batterista, Marco Lazzarini, ed esegue subito X, una potente e degna presentazione, per proseguire poi con Healing, più cupa della precedente, ma certo per nulla inferiore in quanto a potenza, che lascia infine spazio a The Fall. A Questo punto, segue una delle più recenti hit del gruppo piemontese, Union, melodica ed emozionante, sotto le cui note il pubblico canta in coro. Un minuto di pausa, più che altro per presentare il pezzo successivo che, come gli altri, è tratto dall'ultimo disco, Portrait of a Dying Heart: si tratta di Wish & Steadiness, un potente pezzo squisitamente power, con cui Michele coglie l'occasione per presentare Aldo Lonobile, autore del brano, che ha recentemente calcato questo stesso palco come special guest per nientemeno che gli Elvenking. È poi il momento del singolo Lie To Me: Michele cede, per i primi secondi del brano, il microfono ad un ragazzo nel pubblico, permettendogli un bellissimo duetto con il tastierista Gabriele Ciaccia. Un pubblico già molto coinvolto, anche e soprattutto dalla leadership e dalla presenza sul palco di Michele Luppi, accompagna i Secret Sphere nell'esecuzione di questo pezzo già di per sé bellissimo, reso ancor più gradevole proprio dalla risposta data dall'uditorio e dall'applauso che accompagna il termine della canzone. Ma bando alle chiacchiere: i ragazzi non si prendono un attimo di pausa e proseguono con un'escalation di brani tra i più “vecchi”, quali Scars That You Can't See, che Michele dedica a tutti coloro che stanno inevitabilmente invecchiando, Legend e Under The Flag of Mary Read, che culminano nella romantica ballad (tratta però da Portrait of a Dying Heart), Eternity. In chiusura vengono eseguite le hit Mr. Sin (dedicata ad un non meglio identificato Silvio) e Lady Of Silence. Il pubblico vuole un bis, e certamente i Secret Sphere non vogliono deluderlo: Detroit Rock City, cover dei Kiss, per l'occasione rinominata Roma Rock City, viene scelta per salutare la capitale, che tanto calorosamente ha accolto i re del power/prog italiano. Una capitale che non è stanca e chiede, pretende un altro brano. È allora Michele Luppi che prende in mano la situazione e quasi obbliga i compagni e suonare nuovamente Lie To Me, cantata però per la prima parte da Gabriele Ciaccia, mentre Luppi va alle tastiere, ruolo che ricopre con i Whitesnake. I Secret Sphere vengono salutati con una grande ovazione, più che meritata.
Che dire? Qualsiasi aggettivo sarebbe inappropriato davanti alle doti di cui questi ragazzi dispongono e che, certo, sfruttano al meglio. Luppi è tra i migliori vocalist italiani e Lonobile non è da meno tra i chitarristi. Marco Lazzarini, ad una delle sue prime esibizioni con la sua nuova band, nel giorno del suo compleanno, ha portato sul palco di Roma una prestazione e una potenza alle pelli difficilmente rintracciabile in altri batteristi, mentre Gabriele Ciaccia (tastiere), Marco Pastorino (chitarra e seconda voce) e Andrea Buratto (basso) sono semplicemente magistrali. Si vede, inutile dirlo, che il palco è casa loro. Forse sono poche le parole che spenderò per questi ragazzi, ma, si sa, spesso un concetto può essere espresso anche in poche righe. In questo caso le parole più adatte a loro sono solo due: Secret Sphere. Perchè il loro nome basta per rievocare le loro qualità e quello che hanno significato per il panorama metal del nostro paese. Unici nel loro genere, sono un mix perfetto di power e prog, catalizzato da qualche anno dalla voce limpida e perfetta di Luppi, ma che si era consolidato già sulle doti musicali in composizione ed esecuzione, in una discografia di alto livello, già prima dell'arrivo del nuovo cantante.
I Secret Sphere hanno coronato una serata perfetta, nonostante i piccoli inconvenienti, dopo la quale si può tornare a casa più che soddisfatti.

Line up:
Michele Luppi – Voce
Aldo Lonobile – Chitarra
Andrea Buratto – Basso
Marco Pastorino – Chitarra/seconda voce
Gabriele Ciaccia – Tastiera
Marco Lazzarini – Batteria

Setlist:
X
Healing
The Fall
Union
Wish & Steadiness
Lie To Me
Scars That You Can't See
Legend
Under The Flag of Mary Read
Eternity
Mr. Sin
Lady of Silence
Detroit Rock City (Kiss Cover)
Lie To Me (encore)



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