venerdì 30 settembre 2016

Livereport 23-09-2016 - TIR - Traffic Live Club

Locale: Traffic Live Club
Data: 23/09/2016
Band:
Tir
Hellucination




Report a cura di: Claudio Causio
Foto:  Gv. Photography
Riapre la stagione dei concerti al Traffic, e riapre con una grandiosa serata a base di metal nostrano. Si alterneranno sul palco due generazioni di metallari romani, dai (musicalmente parlando) più giovani Veins, passando per i Dharma Storm, che ormai sono di casa al Traffic, gli Hellucination ed infine i T.I.R., band storica del panorama metal romano.
Ma andiamo con ordine: ad aprire le danze sono i Veins ,giovane band death metal nata nel 2014, dalle menti di Riccardo Piazza, batterista, e Francesco De Canio, voce e chitarra. Una band giovane, che vede le sue origini a Ostia, nella periferia marina della capitale, ma che già ha ruggito con voce forte in questa prima loro apparizione sul palco del Traffic. I ragazzi, che sono all’opera per la realizzazione del loro primo disco, hanno espresso ottimo potenziale, tanta grinta, ma al contempo grande precisione. Il loro metal è pressoché incentrato sul death, con poche varianti di genere, anche se ogni tanto si lasciano andare a dei cori che sanno più di power. Insomma, che dire? Si vede che i ragazzi ci sanno fare e che sanno suonare. E’ bello vedere una band metal nata nella periferia, in particolare ad Ostia e non rinomata nella  scena metal  arrivare al Traffic.Tanti complimenti ai Veins, che hanno rotto il ghiaccio in una serata poco popolata, ma che hanno saputo farsi apprezzare. Salgono sul palco nel silenzio e scendono tra gli applausi del pubblico, lasciando il posto ad un’altra band nata nella periferia, i

Dharma Storm.
I 5 di Ladispoli ormai sono di casa al Traffic. Dopo una pausa di tre mesi, i ritardi della pubblicazione del loro disco, dopo il release party di Not an Abyss Prey e del video di Blackout, i Dharma Storm tornano sul palco con la loro solita verve. Che c’è da dire su di loro? poco: hanno infiammato la serata. I pochi tra il pubblico hanno seguito Marco nei cori, hanno ballato e si sono esaltati, mentre la band teneva il palco alla perfezione, come sa fare. Purtroppo i ritardi discografici hanno rallentato la band, che però non si è lasciata abbattere, ed è tornata sulla scena con la stessa potenza e genuina voglia di stupire di sempre. Una maturazione musicale sicuramente ha reso i ragazzi in grado di scrivere materiale ancor più pregiato di Not an Abyss Prey, per cui aspetto con ansia grandi novità.

Ecco il momento degli 
Hellucination.

 Anche loro, come i Veins, sono esponenti del death metal, tuttavia, a differenza dei primi, vedono più presenti le voci gutturali, soprattutto in growl. Di recente pubblicazione (Katabasis, 2015), hanno portato del buon materiale, frutto di sei anni di carriera. Davvero molto bravi e preparati tecnicamente. Purtroppo però il loro sound non si distacca troppo da realtà death già note nel panorama romano. E’ vero anche che le loro doti permetteranno alla band di maturare diversamente rispetto agli altri, per ottenere un sound unico e variare tra i generi ancor più di quanto già fanno.

Ecco che, infine, fanno il loro ingresso i T.I.R., band nata nel 1980 e, ad eccezione di un breve periodo, ancora in attività, anche se la loro unica pubblicazione risale al 2011. Il loro è un sound tipico, anacronistico, segno della loro longevità. I T.I.R. non hanno bisogno di presentazioni perchè sono un emblema del metal romano.
La band si presenta nei tipici abiti anni ‘80: pantaloni in pelle o coperti da strass, converse e accessori sgargianti. Ma ecco che si torna alle origini del metal, dopo il death dei Veins, il symphonic cupo e “piratesco” dei Dharma Storm, e di nuovo il death, ancora più estremo, degli Hellucination. Questi signori, anche se non sono mai riusciti a sfondare, hanno ancora da insegnare tanto alle nuove generazioni, soprattutto la modestia e l’amore verso il metal e la musica.



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