venerdì 22 aprile 2016

Livereport del 14/04/2016 - Traffic Live Club

Locale: Traffic Live Cub
Data: 14/04/16

Band:
Yarast

Abscendent
Elarmir




Report a cura di: Claudio Causio
Foto a cura di: Gv. Photography
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Serata squisitamente underground quella che invade il Traffic giovedì 14 aprile. Anche senza il pubblico delle grandi occasioni, tre band della scena metal romana (e non solo!) si alternano sul palco, per una mezz'oretta di spettacolo ciascuno. Crown Metal Agency porta nel noto locale di via Prenestina tre gruppi del roster della Revalve Records: Yarast, Abscendent e, in qualità di headliners della serata, gli Elarmir.
I giovani Yarast, prossimi al rilascio del loro debut album, Tunguska 1908, portano il puro e semplice Death Metal, di cui Matteo Boccardi, vocalist del gruppo, si fa portavoce. Microfono alla mano, salta da una parte all'altra del palco, contraddicendo la calma e la tranquillità con cui, invece si è presentato sullo stage. Purtroppo però, la foga, tipica del genere, non è stata bilanciata con l'ordine e la preparazione di uno spettacolo, poiché, al termine della loro esibizione, il gruppo non ha ancora presentato se stesso e, forse, l'unico titolo che si è potuto udire è stato quello dell'ultimo pezzo, Deserter, semplicemente perché pronunciato da Matteo stesso per ricordarlo al resto della band. Presenza scenica ottima durante l'esecuzione dei brani, ma discutibile negli intervalli. Unica pecca, forse - ma comunque niente di davvero negativo - le troppe battute dallo stage. Rimane comunque indubbia la capacità tecnica degli Yarast, che, si spera, avranno un futuro nel genere.
I giovani romani lasciano il palco a tre ragazzi in trasferta, che hanno l'arduo compito di tenere alto il livello della serata, già esplosa con l'energia degli Yarast. Da Fondi, in provincia di Latina, giungono gli Abscendent, trio Thrash/Death Metal, reduci dalla recente pubblicazione del loro disco Decaying Human Condition, accolto molto bene dalla critica. Gabriele Vellucci, chitarrista, alterna le parti vocali con Luca Riccardelli, bassista, in un mix ben riuscito di due growl (in particolare quello di Gabriele che spesso tende allo scream), che rende lo spettacolo decisamente eterogeneo e, per gli amanti del genere, sicuramente di piacevole ascolto. Devo ammettere che vederli arrivare in tre, senza una seconda chitarra, mi ha lasciato inizialmente perplesso, ma mi sono dovuto ricredere: le suddette doppie voci in growl, il basso a cinque corde, scambiato con uno a sei per due pezzi, e la potenza del blast beat della batteria di Marcello Del Monte danno vigore lì dove, altrimenti, ci sarebbe stato un vuoto. Di nuovo, nessuna scaletta affissa sul palco, non uno spettacolo preparato nei minimi dettagli, ma anche per loro, inutile dirlo, le doti musicali in composizione ed esecuzione, sono eccezionali, non a caso si evincono dalla biografia di ognuno di loro esperienze con almeno altri tre gruppi ciascuno. Ogni pezzo viene annunciato, ma purtroppo in growl, quindi per i neofiti del genere, ogni presentazione è di difficile comprensione. Anche la loro esibizione è stata di alto livello.
La serata si chiude con gli Elarmir, noto gruppo della scena underground Death metal romana. Caratterizzata dall'alternarsi di growl e voce lirica, oggi sono orfani di Alex Trotto, chitarrista, fondatore e, per l'appunto, voce growl, ma trovano in Filippo Calabrò un bassista di grande qualità. L'assenza di Alex permette ad Eleonora Buono di esprimere tutta la sua energia e le sue doti, alternando un canto lirico ad uno più naturale. Gli Elarmir presentano il loro primo disco Human Wisdom con un grande show che vede in apertura e in chiusura due pezzi che, in uscita, sono stati accompagnati da due video musicali, rispettivamente Thorns e la title track del disco, Human Wisdom. Da segnalare la ballad Voice of the River, di ottima fattura ed esecuzione, che riscuote anche ottimo successo tra il pubblico, un pubblico che al termine dell'esibizione chiede un bis, che gli Elarmir non possono concedere, per quanto avrebbero invece voluto. L'assenza di una chitarra e della voce in growl non intacca minimamente l'esibizione dei quattro che, anche se con l'aiuto delle basi, prepara uno show da veri headliners: Luca Zamberti alla batteria trascina i compagni e il pubblico, Daniele Amador riesce magistralmente nell'arduo compito di unica chitarra, Eleonora, come detto, ha la possibilità di esprimersi in tutte le sue qualità, mentre il nuovo bassista, Filippo Calabrò, si inserisce molto bene in un ambiente già maturo quale quello degli Elarmir. Purtroppo però questo sarà l'ultimo spettacolo dei quattro sotto nome Elarmir, per via di divergenze con Alex Trotto.
In generale, la serata è piacevole, di alto livello musicale. Unica pecca, durante l'esibizione degli Abscendent, un blackout interrompe il concerto. È Marcello Del Monte a prendere in mano la situazione e le bacchette e, in un assolo di batteria di circa quattro minuti, evita un possibile imbarazzo per la band che si trova davanti una situazione indubbiamente dovuta a cause esterne. I ragazzi di Fondi dovranno riprendere l'esibizione del pezzo da metà, ma non sarà certo questa surreale situazione da “sala prove” a fermarli, tanto che l'inconveniente passerà dimenticato.


Yarast: 
Matteo Boccardi - Voce
David Ceccarelli -Chitarra
Daniele Foderaro - Chitarra
Fabrizio Chionni - Basso
Nicola Petricca - Batteria

Abscendent:
Gabriele Vellucci - Chitarra/Voce 
Luca Riccardelli - Basso/Voce
Marcello Del Monte - Batteria

Elarmir:
Eleonora Buono - Voce
Daniele Amador - Chitarra
Luca Zamberti - Batteria
Filippo Calabrò - Basso 



mercoledì 20 aprile 2016

Michael Angelo Batio - Planet Live club - Photogallery


Il nostro Andrea Stevoli, photoreporter per RDM allo show del grandissimo Michael Angelo Batio, al Planet live Club


Locale: Planet live club
Data: 24/03/2016
Band:  Michael Angelo Batio and the Hornets
Foto a cura di: Andrea Stevoli

Novembre - Sold out al Traffic live club

Locale: Traffic Live Club
Data: 9/04/2016
Band:
Novembre
Shores of Null





Report a cura di: A. Hunt


Chi l'ha detto che la scena Capitolina è morta? A smentire questa voce, ci ha pensato la tris che si è esibita al Traffic lo scorso 9 aprile, capitanata dai Novembre. Parliamo infatti del releas Party di "Ursa", ultima fatica dei Novembre, tornati a calcare i palchi italiani dopo quasi una decade di assenza dalle scene. Un ritorno in grande stile, con un prevedibile sold out al botteghino ed il locale pieno dall'inizio alla fine della serata. Un quadro fantastico, come da tempo non se ne vedevano a Roma. Ma le emozioni di questa splendida serata, non si sono limitate a quelle che gli Headliners hanno saputo regalare al pubblico. Infatti, in apertura, si sono esibiti i Black Therapy, seguiti dagli Shores of null, altre due band che hanno veramente molto da dire. Una serata all'insegna del metal, nelle sue accezioni più oscure, potenti eppure melodiche. 

Aprono i Black Therapy e lo fanno nel migliore dei modi possibili, con il loro death melodico.
Pontentissimi fin dal principio, senza mai essere monotoni, caratterizzati da un suono tagliente ed un frontman dotato di uno scream tecnico e di altissima qualità. Nonostante sembrino - a tratti - avere poca confidenza col pubblico, la precisione ed il livello della musica catturano gli astanti e li rendono molto partecipi. La band si mostra molto compatta e preparata. Questi ragazzi credono molto nel proprio lavoro - e non a torto - ed il risultato si sente tutto.
Le chitarre di Daniele Rizzo e  Lorenzo Carlini sono equilibrate e precise, anche negli inserti melodici. Il basso di Alessandro Finocchiaro è perfettamente in armonia con la batteria di Luca soldati. Sono presenti più che mai ed altrettanto potenti, creando un'amalgama dura ma armoniosa.

Nella setlist della band, pezzi nuovi di zecca: "Theogony", "In the embrace of Sorrow, I smile" , "Stabbed" e "The foolishness of Existance"

Per quanto mostrato dal vivo, sono sicuramente una band da tenere d'occhio!

Setlist:

Intro
In the Embrace of Sorrow, I smile
The Final Outcome
Theogony
Black Crow
The time is Dead
The Foolishness of Existance
Stabbed
Mad World

Lineup:
Giuseppe di Giorgio - Voce
Daniele Rizzo - Chitarra
Lorenzo Carlini - Chitarra
Alessandro Finocchiaro - Basso
Luca Soldati - Batteria

Anche gli Shores of Null, includono brani nuovi nel proprio show, partendo da subito con un suono potente e molto profondo, in pieno stile doom.  Sicuramente, presentano delle sonorità molto scure, pur rimanendo melodici e potentissimi. Molto interessanti e ben congegnati i fraseggi di chitarra. Si uniscono a cambi vocali tra pulito e growl, altrettanto belli e tecnicamente notevoli. Questi ragazzi, si mostrano molto coesi, senza per questo penalizzare la mobilità sul palco, da parte di tutti i membri della band, regalando al pubblico un bello show, nonostante la penalizzazione dovuta all'acustica, che a volte, lascia passare un po' troppo il basso e la batteria; a discapito delle chitarre e della voce, che comunque non mancano di farsi sentire, sia per qualità che per composizione. Le chitarre di Gabriele Giaccari  e Raffaele Colace, si intersecano perfettamente fra loro. Piacevolissime anche le backing vocals, che assieme alla voce principale di Davide Straccione, creano un'atmosfera davvero molto interessante, soprattutto nelle parti in cui il Frontman si cimenta nel Growl. Il basso di Capozucca è impeccabile e perfettamente in sintonia con la batteria di Emiliano Cantiano, che non manca di mostrarsi tecnico e potente, come al solito.
Nonostante la durata considerevole della scaletta - forse una scelta opinabile per chi non è un cultore del genere - Gli Shores of Null, hanno saputo regalare al pubblico molte emozioni e sicuramente tanta energia. 


Setlist:
The heap of meaning
Night will come
Ruins alive
Donau
Quiescent
Carry on, my tiny hope
We ain't ashes
Kings of null
House of cries
Souls of the abyss
Eudaemonia

Lineup:
Davide Straccione - Voce
Gabriele Giaccari - Chitarra
Raffaele Colace - Chitarra
Matteo Capozucca - Basso
Emiliano Cantiano - Batteria

Senza ombra di dubbio, la gente è qui per loro. Il locale ha registrato il tutto esaurito ed il pubblico, tributa alla band un lungo applauso, anche data la lunga assenza dalla scena.
I Novembre non deludono neanche dal vivo, mostrandosi subito con un suono pulito ed elegante, accompagnato dalla potenza e dall'atmosfera generale, che da sempre caratterizza la band. Carmelo Orlando, sembra aver fatto un gran lavoro, correggendo le imperfezioni che aveva mostrato in tempi passati, e non imbraccia la chitarra. Lo fa Giuseppe Ferilli, che sembra molto a suo agio nella formazione, soprattutto assieme a Massimiliano Pagliuso, che come sempre è capace di regalarci momenti fantastici. Al basso, Fabio Fraschini, vecchia conoscenza dei Novembre, è decisamente al suo posto, su tutta la linea. Nella formazione, un'altra new entry alla batteria: Carlo Ferilli. Si dimostra perfettamente all'altezza, sia dal punto di vista tecnico che da quello della potenza. Sicuramente, i due Ferilli, sono una piacevolissima novità e promettono grandi cose. In questa serata di inizi Aprile, i Novembre riportano sul palco vecchie glorie come "Triesteitaliana" ed "Aquamarine". 
Quando lasciano - improvvisamente - la scena, il pubblico non manca di richiamarli sul palco. Tornano con "Child of the twilight", dove Carmelo sfodera uno scream da manuale.
Impeccabili i brani estratti da Ursa - di cui questa serata è il release party - soprattutto durante l'esecuzione magistrale del solo di "oceans of Afternoons".

Forse, per un release party, ci si aspetterebbe di ascoltare qualche brano in più, dall'ultimo disco della band. Forse...ma si sa, per molti di noi, i Novembre hanno rappresentato una tappa fondamentale della tarda adolescenza. Personalmente, sentire capolavori come "Nostalgiaplatz", miscelati a pezzi nuovi e di rarissima bellezza, come "Umana", ha generato quel brivido che risale tutta la colonna vertebrale, fermandosi tra la lingua ed il palato, a metà fra l'euforia e la commozione.

Una grandissima nota di merito va al tecnico delle luci. Sempre azzeccate, durante tutte le esibizioni di questa bellissima serata


Setlis:
Australis
Anaemia
Triesteitaliana
Umana
Aquamarine
Come Pierrot
Annoluce
Oceans of Afternoons
Nostalgiaplatz
Sirens in Filth
Child of the Twilight
The dream of the old boats

Lineup:
Carmelo Orlando - Voce
Massimiliano Pagliuso - Chitarra
Giuseppe Ferilli - Chitarra
Fabio Fraschini - Basso
Carlo Ferilli - Batteria



mercoledì 6 aprile 2016

Recensione di HABITS-MYR

Artista: MYR
Disco: HABITS
Genere: Post Progressive
Durata: 46'
Tracce: 10
Anno: 2016 


Etichetta
Areasonica Records



Voto: 9.5


Recensionea cura di: A.Hunt



Oggi R.D.M. si sposta a Civitavecchia, per occuparsi dei MYR. Una band che già prometteva molto bene all’uscita del primo album e che con questo secondo lavoro entra di petto nella rosa delle band capitoline più promettenti del 2016. Parliamo di “Habits”, lavoro profondo e curato nei minimi dettagli, sia dal punto di vista contenutistico che da quello strumentale. Sin dall’inizio si presenta con un suono potente, cupo (ma non troppo) tecnico ed equilibrato. Particolarità assai rara per il genere, è un lavoro variegato e mai noioso, pur senza mai smettere di seguire il fil rouge che l’ascoltatore riesce a cogliere quasi immediatamente. 46 minuti intensi, Habits non è certo un disco che passa inosservato. I Myr, passano agilmente da fraseggi tecnici e potentissimi ad atmosfere melodiche e scure, attraverso un mix di ottima qualità. La scelta degli inserti audio e degli effetti è davvero molto pregevole e ponderata. Mai eccessiva né sguaiata. Allo stesso modo, i cambi di tempo e melodia, sono impercettibili, rendendo questo lavoro, un disco molto dinamico ma al contempo fluido, che vale la pena ascoltare attentamente, per apprezzare le innumerevoli sfaccettature che lo compongono.


La prima cosa che salta all’orecchio di chi ascolta Habits, è sicuramente la sezione vocale - che risalta senza sovrastare gli altri strumenti - per la vocalità davvero molto particolare di Enrico Giannacco, (voce e chitarra) che in questo lavoro, riesce ad esprimersi al meglio, mostrando una tecnica impeccabile ed una varietà stilistica davvero incredibile, lasciandosi sedurre anche dal growl, in alcuni punti.
La chitarra di Nunzio Sannino, sa essere precisa e potente, senza schivare passaggi melodici e fraseggi tanto taglienti quanto belli. I solo sono ben dosati e mai stucchevoli, sia per quantità che per durata. Molto elegante, nonostante l’effettistica dura, Sannino si dimostra un elemento più che valido anche alla chitarra ritmica, inserendo riff tanto violenti quanto variegati, che denotano una contaminazione da generi molto più duri. Particolarmente pregevole la posizione degli armonici, all’interno di alcuni riff.
Dario Morgillo, alle tastiere e Synth, regala a questo disco un’atmosfera generale davvero insolita per un disco prog, aggiungendo un calore che difficilmente sarebbe stato possibile ottenere altrimenti. La scelta dei suoni è perfetta e richiama - a tratti - il periodo d’oro del progressive, inserendo nel contesto un elemento di spicco capace di sfociare in giri molto mediterranei, raffinando un sound assolutamente diverso rispetto alla direzione attuale del genere.
Tutt’altro che anonimo il basso di Simone D’alessandri, senza il quale questo disco non sarebbe lo stesso. Sicuramente siamo di fronte ad una band che valorizza ogni strumento, lasciando al basso la possibilità di esprimersi appieno, incastonando in molti brani, degli staccati di grande precisione e gusto, come in “Laramidia”. La complementarità con la batteria di Ruben Ramirez è indiscutibile ed imprescindibile. Infatti è proprio la sinergia fra il basso e la batteria che riesce a dare a questo lavoro un vigore ed una profondità sonora impressionanti, come in “Addiction” e “Snake Charmer”. Più in generale, durante tutto il disco, la drum line è precisa, compatta e profonda. Ramirez non usa quasi mai gli stessi giri, anche all’interno dello stesso pezzo, rimanendo senza alcuna difficoltà nei contorni disegnati dagli altri strumenti e senza complicare inutilmente le cose la dove non serve.


In conclusione, Habits è un disco che non delude, a prescindere dal sottogenere di metal che si preferisce. Mi sento di consigliarlo veramente a tutti, sia per la completezza, sia per la maturità artistica che questi ragazzi hanno saputo raggiungere in così poco tempo, regalandoci un lavoro tanto profondo quanto bello



Traccia più interessante: Aaron & Miriam

Sample track - Addiction



Tracklist
01 - Monster Love
02 - Addiction
03 - Snake Charmer
04 - Black Sea
05 - Envy
06 - Aaron & Miriam
07 - of Porn and Deception
08 - Laramidia
09 - Habits
10 - The Thrill of Common Life