lunedì 31 ottobre 2016

Livereport 22-10-2016 - DGM - Jailbreak



Locale: Jailbreak 
Data:   22/10/2016
Bill:


DGM

Influence X
Mindcrime

Report e a cura di: L. Palestini





In collaborazione con:



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È inevitabile che quando si dice Jailbreak si parla di una serata all'insegna del metal, della birra e del divertimento! Devo dire che rimarrà nel mio cuore, con una settimana decisamente poco entusiasmante alle spalle, quello che mi spingeva a forza verso le transenne sotto il palco di questo locale era essenzialmente la voglia di passare delle ore memorabili. Passo quindi a prendere il mio inseparabile compagno di concerti, il quale sembra portare anche lui il peso sulle spalle di questa settimana maledetta e ci avviciniamo alle luci del JB.

C'è già un cospicuo numero gruppetti di amici che chiacchierano allegramente, sorseggiando chi una una bella birra e chi una bibita rinfrescante, in questa serata romana da ritorno d'estate, che a fine ottobre non guasta mai. Insomma, si respira un'aria diversa, c'è l'aura della nostra gente a pompare energia positiva sulla scena, che dire...quel senso quasi di casa che ti accoglie ogni volta che ci torni, lasciando fuori la grande parte degli screzi e delle rotture di coglioni che quotidianamente ti accompagnano, nel momento in cui inizia la festa.

Mindcrime

Aprono le danze i Mindcrime, che entrano in scena ed attaccano senza troppe balle, da grandi rockers che poi si rivelano essere nel corso della loro esibizione. Un incrocio malsano di vecchi gruppi e sonorità rock e NWOBHM, ma senza quella componente di "già sentito" che nelle giornate no intacca a malincuore come ruggine anche il sacro metallo di band del calibro di Judas Priest o Queensryche (dei quali questa, mi ha raccontato il bassista, era in passato una cover band). Un grande show davvero, anche se (e vorrei che fosse per loro un incoraggiamento, non una critica) un qualcosina in più di presenza scenica ad accompagnare la potenza distruttiva del loro suono sarebbe veramente la ricetta definitiva per il connubio della morte. Dopo una quarantina di minuti di puro Hard Rock, con qualcosa di prog e testi molto intriganti lasciano il palco agli elvetici (miei compaesani!) Influence X

Setlist:
Stormchild
Dreaming of Freedom
War in the Name of Peace
We were Dreaming
Thresholds of Time
You Always Believed in me
Life on the Run

Lineup:
Bruno Baudo – Vocals
Maurizio Taccioli – Guitar
Michele Serra – Guitar
Adriano Clienti – Bass
Dario Calì – Drums



Influence X
Questi ragazzi, all'inizio forse un pochino intimoriti dal pubblico della città eterna (anzi, sicuramente tramortiti per il viaggio e dall'inferocito traffico capitolino), montano su dal nulla questo spettacolo dall'inaspettata complessità e bellezza, un quintetto davvero molto equilibrato ed affiatato di persone che poi, dopo averci fatto due chiacchiere si sono rivelate essere davvero molto simpatiche ed alla mano. Un prog fumoso ma profondamente carico di emotività, non per forza sempre melodico, ma trascinante, una scaletta davvero molto interessante che fa viaggiare chi ascolta in atmosfere con le pareti fatte di suono, che guidano l'ascoltatore attraverso un labirinto di metallo. Niente da dire, molto affiatati ma compatti un po' meno, forse tra una canzone e l'altra i toni dei brani non cambiano moltissimo, però ogni pezzo ha il suo perché che va scoperto.

Setlist:
Determined
Terror keep on reign
Holy Ground
Existence
Voyager

Lineup:
Ramin Daenzer – Vocals
Rodger Iqbal – Guitar
Vito Staedler – Keyboards
Ralph Zollinger – Bass
Roger Heim – Drums

DGM
Dopo un cambio palco davvero rapidissimo, arrivano finalmente ad affacciarsi i DGM, che partono subito con i loro pezzi assolutamente stratosferici. Una chitarra ed una tastiera che conversano meravigliosamente, parlandosi tramite arzigogolati fraseggi taglientissimi, che per quanto complessi, assolutamente mai noiosi! Un basso che, purtroppo, e ripeto purtroppo, non si è sentito quanto serviva per comprenderne la complessità, reggeva la struttura dei vari pezzi in modo assolutamente magistrale, una esecuzione davvero impeccabile anche per quello che riguarda voce è batteria. Veramente poco da dire anche sui suoni, incredibilmente limpidi e diretti per essere un live, ma stiamo parlando di professionisti, e si vede da questi "piccoli" dettagli. Durante tutto lo show il pubblico accompagna la band nel rapido susseguirsi delle canzoni, finché poi alla fine il concerto si conclude, tra scroscianti applausi.
Una serata davvero riuscita, nonostante il fatto che, a mio avviso, una serata con due gruppi prog rischia di risultare a tratti un pochino martellante, ma la scelta delle band è stata accurata e questo non si è verificato, complimenti a tutti, organizzatori, tecnici, fonici e chiunque abbia contribuito per questo evento riuscito davvero bene.

Setlist:
Secret pt1
Secret pt2
Animal
Reason
No looking back
The passage
Daydreamer
Repay
Fallen
Ghosts of insanity
Disguise
Trust
Hereafter

Universe

Lineup:
Mark Basile – Vocals
Simone Mularoni – Guitar
Emanuele Casali – Keyboards
Andrea Arcangeli – Bass
Fabio Costantino – Drums

Goblin - 31 OTTOBRE



QUANDO:

LUN 31 OTT 2016
APERTURA 20:00


DOVE:

Cross Roads (mappa)

BILL:

Goblin
Steven O'Malley

Sailing to Nowhere
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The Match - GIO 27 NOV



QUANDO:

DOM 27 NOV 2016
APERTURA 21:00


DOVE:

Traffic club (mappa)

BILL:
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Messerschmitt-Heavy Metal Fighters

Artista: Messerschmitt
Disco: Heavy Metal Fighters
Genere: Heavy metal
Durata: 35,86
Tracce: 8
Anno: 2015 

Etichetta:Ace Records


Voto: 6.5

Recensionea cura di:Barabba

I Messerschmitt sono una band Storica italiana, vero heavy metal Old school, nata nel lontano 1983 nella capitale. E' una band che ha avuto moltissimi alti e bassi continui cambi di line up, molti live e anche presenze in tv, pause, addii e in fine scioglimento. Uno scioglimento che e' durato ben 23 anni, prima che la band, per scherzo decise di fare una reunion per un'unica serata. Qualcosa riaccese la miccia, ma non in tutti i membri, portando di nuovo la band a un cambio di formazione e ritardando di nuovo l'ufficializzazione della cosa. Solamente nel 2015 la band si ripresenta a noi piu' forte di prima, con tantissima voglia di solcare di nuovo i palchi che anni prima li riempirono ' di soddisfazione e orgoglio. Per ricalcare l'onda la band decise di far uscire, in collaborazione con la Metal Zone di Gianfranco Belisario, un CD live dal titolo "Naked Truth - Live@closer" in cui trovano spazio 8 brani registrati in occasione di un LIVE tenutosi Roma, al Closer live club, il 27 febbraio 2015, che andremo a recensire tra poco. Un'album live di ben otto tracce intitolato "naked Truth" .Un album compatto, pieno di sonorita' e influenze hold school che variano dai Maiden ai Judas, riportando ampiamento lo stile dell'epoca, quasi fosse un viaggio temporale. Si passa da brani piu' acessi come " kamikaze" a pezzi piu' morbidi ma energici come "Bringer Of Mourning". Ogni brano e' ben strutturato, con parti ritmiche orecchiabili che si scontrano con ruggenti colpi di rullante e cassa. La voce e' acutissima, riportando le timbriche tipiche del genere, per non parlare dei soli di chitarra. L'album e' registrato cosi bene da riportare benissimo ogni singolo suono di quella serata,Pubblico emozionato compreso. Con un bel bagaglio d'esperienze, negative e positive, la band si appresta a riprendere alla grande il viaggio che interruppe anni fa.


Traccia più interessante: kamikaze

Sample track - Heavy Metal Fighters



Tracklist
1- Blood And Tears
2- King Of The Sky
3- Kamikaze
4- The Nightrunner
5- Ressuresction
6- Bringer Of Mourning
7- Shape The Steel
8- Heavy Metal Fighters


giovedì 27 ottobre 2016

Noumeno annunciano DVD


Noumeno, band strumentale dalle brillanti capacità e sicuramente dalle grandi prospettive, annunciano l'uscita del loro primo dvd ufficiale (del quale potete vedere la preview qui sopra). Edito da House of Hashes Production, il dvd sarà rilasciato in edizione limitata. Di seguito la preview track "A moment for Chuck", brano dedicato a Chuck Shuldiner.




 La band, fa inoltre sapere che:

"Ulteriori dettagli sul packaging del DVD verranno svelati nei prossimi mesi tramite il profilo facebook (www.facebook.com/NoumenoOfficial) della band."

Già in passato, la progressive band strumentale, si era distinta per le particolari doti artistiche, sia dal punto di vista dell'esecuzione che da quello della composizione. In particolare, li ricordiamo sia dal vivo, in un live di spalla agli Eldritch sia in studio, con un disco del quale abbiamo già pubblicato una recensione

Clinic Chitarra e batteria - Pagliuso e Cantiano - The place music studio



QUANDO:

DOM 13 NOV 2016
APERTURA 16:00


DOVE:

The place music studio
 (mappa)

BILL:
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mercoledì 26 ottobre 2016

Whisperz-Whisperz

Artista: Whisperz
Disco: Whisperz
Genere: heavy Metal
Durata: 46.02
Tracce: 8
Anno: 2014 

Etichetta:revalve Records


Voto: 8

Recensionea cura di:Barabba

Passato travagliato e pieno di imprevisti quello della band romana " Whisperz" che sin dalla nascita nel 2004 ha subito un continuo cambio di line up, rallentando il progetto, portandoli ad una vero e proprio esordio solo nel 2010. Ma di certo questo non li ha scoraggiati, continuando a comporre e creare sempre nuovi brani e arrangiamenti, fino ad avere un vero disco di ben 8 tracce. La band attualmente e' formata da : Massimiliano Maggi (Guitar), Leonardo Olasio (Guitar), Marco Di Ianni(Bass), Diego Degli Abbati(Drums) ed infine alla voce il Grande Flavio Falsone .Dopo l'entrata del nuovo cantante , la band nel 2010 si e' alternata parecchio tra grossi eventi ed aperture e lo studio, dove finalmente nel 2013, l'album riesce a vedere la luce. L'apice viene raggiunto un'anno dopo, quando la band firma con la Revalve Records per la distribuzione dell'omonimo Album. La Band ci propone un classic Heavy Metal, voci acute, chitarre ruggenti e percussioni molto hard, un sound che personalmente mi ricorda un po' quello degli Alter Bridge. Ma ora passiamo all'album. Si parte con la rockeggiante "Mr.Nothing" e i suoi riff massicci e con il suo solo tecnico e orecchiabile. Proseguono con " Malicious intent" e " Violent seeds" , entrambi 2 pezzi molto heavy, con qualche piccolo riferimento meideniano a mio parere. anche se il secondo brano e' un po' piu' tranquillo, entrambi i pezzi sono costruiti seguendo lo stile Old school dell'heavy, creando cosi due brani a mio parere fantastici. Si continua con " The cage" e con i suoi riff alternati, mentre la batteria qua domina per gran parte del brano, dando il meglio di se. " My Asylum" invece da piu' spazio al basso ,il che riempie ogni singolo spazio con le sue note gravi e possenti, tutto con estrema precisione. La voce d'altrocanto e' incredibile, piena d'ispirazione. Si procede con "Outcast" e " Dusty road" con un perfetto alternarsi: la prima inizia con uno stile ballad, lento e tranquillo per poi evolversi in un pezzo aggressivo e pieno di suoni emozionanti mentre la seconda il contrario. Entrambi i Brani hanno una cosa in comune pero' : Energia da vendere, riff stupendi e un sound compatto. In fine l'album chiude con " Bloody eyes" , un brano pe runa perfetta chiusura. Molto accattivante, ogni strumento se lega perfettamente con gli altri, dando comunque spazio ad una voce acuta e dalla timbrica fantastica, trasmettendo all'orecchio dell'ascoltatore un mare d'emozioni. A mio avviso, il Brano migliore dell'album. Complimenti alla Band, nonostante le molte insidie che hanno passato, alla fine sono riusciti a trasmettere ogni singolo sentimento il questo disco che e' un vero e proprio ritorno al vero heavy metal.


Traccia più interessante: Bloody Eyes

Sample track - Mr.Nothing


Tracklist
1- Mr. Nothing
2- Malicious intent
3- Violent seeds
4- The cage
5- My asylum
6- Outcast
7- Dusty road
8- Bloody eyes


lunedì 24 ottobre 2016

Overactive-Cerebral Cage

Artista: Overactive
Disco: Cerebral Cage
Genere: Death Metal
Durata: 18,21
Tracce: 4
Anno: 2015 

Etichetta:Nessuna


Voto: 8

Recensionea cura di:Barabba

L'esordio del quintetto di Terracina e' L'ep " Cerebral Cage", 4 brani di Death Metal con tendenza al Prog e al Trash. L'idea e' quella di riportare nei testi l'ideologie di Nitzske e dei continui conflitti interiori che l'uomo affronta ogni giorno. Come un cavaliere che si erge contro il male, vogliono affrontare tematiche che hanno a che vedere con la ribellione, l' evoluzione, l'esaltazione del disvalore nella spiritualità e nell'autorità. Da notare, oltre alle tematiche alquanto profonde, anche un'alto livello di tecnica nei brani. Ogni strumento da il meglio di se, permettendo ai ragazzi di esprimersi al meglio, ma allo stesso modo, di mettersi alla prova(tra l'altro con successo e senza problemi). Da poco e' uscito anche il loro primo Official video, tra l'altro della title track e sta riscuotendo parecchio successo.Ma ora passiamo all' ep: Si apre con " Black out" e le sue note stoppate.Un groviglio di riff pesanti e massicci, tecnici ma orecchiabili,capaci di farti scapocciare sin dai primi secondi. La voce e' profonda e oscura, tipica del Death, capace di solcare le basi del brano, creando un unico suono incredibilmente d'impatto. si prosegue con " Destroyin' Is the Way" che da piu' sul Death/trash. Qui la batteria si fa sentire e parecchio, mentre il basso segue il tutto con una precisione e una tecnica veramente fenomenale. L'arpeggio in pulito verso il finale e' il breack perfetto. Si passa alla title track , " Cerebral Cage" ,un'impatto enorme, una voce veramente possente mentre la batteria non e' da meno,giocando sul doppio pedale, rilasciando un vero e proprio muro sonoro capace di investire chi l'ascolta. Naturalmente le chitarre e il basso anche qui sono fenomenali. Pezzo azzeccatissimo per essere la title track,veramente un bel brano. Si chiude con " Mass Psychogenic Illness" e qua si sente la vera essenza del Death tecnico. Le chitarre giocano con dei riff fenomenali con precisione chirurgica.Un brano completo e puramente Death. Come demo di inizio,i ragazzi hanno dimostrato ampiamente di cosa sono capaci e senza problemi. Un altro gioiello firmato Underground Italiano. Spero di sentire al piu' presto parlare ancora di loro.


Traccia più interessante: Cerebral Cage

Sample track - Cerebral Cage


Tracklist
 1. Blackout
 2. Destroyin' Is the Way 
 3. Cerebral Cage
 4. Mass Psychogenic Illness


venerdì 21 ottobre 2016

Livereport 18-10-2016- ANGRA - Traffic live club




Report e a cura di: A.Hunt

GALLERIA COMPLETA 1 2 3 4
Partiamo subito dal concetto che la serata dello scorso 18 Ottobre, prometteva davvero molto bene. Non solo per ritorno degli Angra ma per la composizione dell’intero bill. Parliamo di tre band che stanno assumendo un ruolo veramente importante nella scena romana e che hanno saputo dimostrarsi all’altezza di un evento così importante. Anche l’organizzazione non è stata da meno. La data romana del tour “Holy Land 20 Years” degli intramontabili Angra si è svolta senza intoppi nè cambi palco interminabili. Ovviamente, Roma di metallo, non poteva esimersi dal raccontarvi tutto, grazie anche alla collaborazione con Metalforce, che ha gentilmente concesso l'utilizzo delle fotografie 

Timestorm
Aprono la serata i Timestorm, band anch'essa appartenente ad un passato glorioso che ha ricominciato a calcare i palchi della capitale poco più di un anno fa. Si presentano con una lineup rinnovata da quando RDM li incontrò per la prima volta (leggi l’articolo) e sembrano proprio aver trovato la giusta alchimia. Sono veramente molto incisivi, capaci di coinvolgere il pubblico sin dalle primissime battute, senza bisogno di essere agghindati in maniera particolare. Sfoggiano una musica tagliente, d’impatto. L’esecuzione è decisamente all’altezza della composizione. Sono velocissimi, con cambi frequenti ed emozionanti. Ricordano il periodo in cui Helloween, Gammaray e compagnia bella la facevano da padroni. Ricordano, ma senza imitare, senza essere stantii e soprattutto senza cadere nel ripostiglio del “già visto / già sentito”. Come richiesto dal genere, ma senza squilibri, i punti di forza (o meglio i più evidenti) dei Timestorm, sono chitarre e Voce. E’ stato proprio il nuovo frontman a colpirmi, col suo fare da streetman e con una voce acutissima, crudele e graffiante ma capace anche di andare a parare su note basse, evitando così di diventare stucchevole. L’altra novità, (che indiscrezioni ci dicono essere ancora una collaborazione) è il tastierista. L’inserimento delle kryboard, completa del tutto il suono dei Timestorm. Di indubbia qualità nell’esecuzione live e negli arrangiamenti, i suoni scelti non si limitano all’abbellimento ma aggiungono alla band un tocco di potenza ed epicità che contribuisce al risultato finale in maniera decisiva. Ovviamente, le qualità della band, non sono da attribuirsi esclusivamente ai nuovi elementi. Anzi, direi che questi sono una sorta di ciliegina sulla torta. Si perchè la band, che ha alle spalle già vari tentativi di reunion nel passato, può vantare dei chitarristi molto fluidi, taglienti e vigorosi, che trovano fra loro una perfetta sintonia. Il basso, dal canto suo non è da meno, riuscendo ad uscire in maniera dirompente e nel contempo, ad essere l’anello di collegamento con una batteria potente, veloce e molto precisa.I Nostri, chiudono con un pezzo più lento e potente, che vede una linea vocale più bassa, in contrapposizione con il resto dello show, dimostrando la capacità di esprimersi anche in altri modi, che non siano necessariamente quelli del fomento e della velocità estrema. Unico neo, il poco tempo a disposizione del gruppo, che mi sarebbe piaciuto ascoltare un po’ di più (ma non mancherà occasione)  Insomma, con l’attuale lineup, questa band ha davvero tanta strada davanti a se. 

Setlist:
Lost in The net
Catharsis
Labyrinth of dreams 
Sea Of hate 

Genesis

Line up:
Fabrizio troiano: chitarra
Giuseppe longo: chitarra
Andrea de Carolis: batteria
Marco Migliaccio: basso
Special guest:
Claudio Vattone - voce

Paolo Campitelli- tastiere (from Kaledon)



Stage Of Reality
Segnatevi questo nome, se ancora non li conoscete. Gli S.O.R. sono una bella realtà che sa’ catturare l’attenzione del pubblico e disorientarlo allo stesso tempo. Sono proprio una band che non ti aspetteresti, capaci di seguire un fil rouge al quale annodano una quantità impressionante di sfaccettature. Aprono in maniera “prepotente”, regalando agli astanti uno show che in fatto di suono e qualità ha da insegnare a molti artisti, nonostante la giovane età della band. Non sono i classici metallari, per intenderci. Tuttavia, hanno un’ottima presa sul pubblico, verso il quale mostrano un atteggiamento confidenziale e molto coinvolgente. La voce del frontman, è qualcosa di unico nel panorama capitolino. Anche il suo mood non è da meno, con la sua energica compostezza ed una timbrica davvero impressionante (mi pare di cogliere un’importante influenza che i Queen hanno avuto sulla vita musicale di questo ragazzo). La presenza del basso è devastante ed allo stesso tempo elegante (una dicotomia quantomeno insolita per una band metal) e riesce a raccordarsi perfettamente alle chitarre, che sanno alternarsi fra tecnica, potenza e gentilezza, in una maniera disarmante. Nulla, in questa band è fuori posto. Dietro le pelli, il batterista è semplicemente impeccabile. Sa imprimere ai brani una spinta che difficilmente si riuscirebbe ad ottenere con una lineup differente. Questi ragazzi dimostrano sul palco, una sintonia impressionante, tanto da rendere quasi impercettibile l’inserimento di alcune sequenze, all’interno dello show. Dopo una breve presentazione, arriva il momento di Never. L’atmosfera si addensa appena la band inizia a suonare. Tutto è semplicemente perfetto. Forse troppo. Sembra di ascoltare una disco. Purtroppo, anche per loro, setlist troppo corta rispetto ai miei desideri ma non per questo meno degna di nota. Gli S.O.R. hanno saputo riempire il Traffic di un’atmosfera suggestiva e potente ma al tempo stesso eterea, lasciandomi dentro un sentore di attesa. Sicuramente, questa band sta raccogliendo i primi frutti di un duro lavoro, mescolato ad una notevole dose di talento da parte di tutti gli integranti.

Setlist:
Dignity
The breathing machines
Grey men
Never

The next generation

Damiano Borgi – Vocals
Andrea Neri – Guitar
Bernardo Nardini – Guitar
Marco Polizzi – Bass
Daniele Michelacci – Drums



Sailing to nowhere
Dopo un cambio palco lievemente più lungo degli altri, iniziano a luci bassissime, con la sequenza evocativa che apre il loro disco “To the unknown”, del quale festeggiano un anno esatto dall’uscita. Forti del successo che stanno riscuotendo a livello nazionale e non e dell’atmosfera lasciata loro in “eredità” dalle due band che li hanno preceduti, i marinai vedono alla voce femminile una special guest - Clara Trucchi - , che nella data romana del tour loro tour, sostituisce Helena Pieraccini per buona parte dello spettacolo (chi sa quali sorprese rivelerà la ciurma nei prossimi mesi). Con l’occasione, la band da ulteriore prova di avere ormai consolidato la nuova lineup, che vede da qualche tempo Alessio Contorni alle tastiere e l’aggiunta di Emiliano Tessitore come ulteriore chitarra, che hanno apportato un notevole valore aggiunto alla band, permettendo anche la parziale rivisitazione dei brani, con notevole guadagno delle sonorità e della presenza scenica. La ciurma,insomma, da l’idea di trovarsi decisamente a proprio agio sul palco, confermando la forte unione che da sempre la caratterizza. La forte presenza scenica di questi ragazzi, riesce a travolgere e coinvolgere il pubblico sin dall’inizio, complice anche un “timoniere” che dietro le pelli, si mostra più vigoroso ed entusiasta del solito (come biasimarlo?). Anche Carlo Cruciani al basso, che solitamente si contraddistingue per la sua compostezza, sembra lasciarsi più andare del solito, senza per questo andare a discapito dell’esecuzione. 
Belli anche i giochi di chitarra che Andrea Lanzillo e Tessitore si scambiano con fare disinvolto. In questo periodo, i Sailing hanno messo parecchia carne al fuoco -  e si sente -aggiungendo alla band un calore speciale, come se ce ne fosse bisogno. 
Passata la seconda metà dello show, per “Fight for your dream”, fa il suo ingresso sul palco Helena pieraccini, accompagnata da una vecchia conoscenza dei marinai e del
Della scena Romana: David Folchitto, special guest alla batteria.
Dopo rientro in scena di Clara Trucchi, che rimarrà sul palco assieme alla collega Helena Pieraccini, la band si diverte a “cannoneggiare” il pubblico con degli arnesi spara coriandoli, creando una situazione molto divertente, senza scadere nel ridicolo.
Concludendo, in tutta onestà, la nuova presenza alla voce femminile, non mi ha entusiasmato particolarmente, sebbene sia il caso di sottolineare come abbia aggiunto molti spunti personali dal punto di vista interpretativo. D’altra parte non è facile arrivare ad un pubblico che è già abituato ad un’altra voce e ad un’altra faccia. Tuttavia, risulta molto piacevole nel complesso, interfacciandosi in maniera abbastanza disinvolta con Marco Palazzi. Su di lui c’è poco da dire: il suo mestiere lo sa fare più che bene, anche dal punto di vista dell’intrattenimento.

Setlist:
No dreams in my night
Big fire
Fallen Angel
Lovers on Planet earth
Fight for your dream
SAILING to nowhere

You wont dare

Lineup:
Marco Palazzi – Vocals
Helena Pieraccini – Female Vocals (special guest)
Clara Trucchi – Female Vocals
Andrea Lanzillo – Guitar
Emiliano Tessitore – Guitar
Alessio Contorni – Keyboards
Carlo Cruciani – Bass
Giovanni Noè – Drums

David Folchitto – Drums (special guest)

                                                        
Angra
Siamo arrivati al momento topico della serata. All’inizio ho pensato “ma che vuoi scrivere sugli angra? Cazzo, sono gli Angra”. Con le dovute proporzioni (non me ne voglia nessuno) anche per loro, vale il discorso fatto per la sezione vocale dei Sailing To Nowhere: Non è facile arrivare al cuore ed all’orecchio di chi è abituato ad un’altra voce e ad un’altra faccia.
Prima, durante e dopo la serata, anche sui social, ho sentito e letto opinioni contrastanti riguardo alla nuova formazione della band. Da principio sono rimasto un po’ interdetto anch’io. L’idea della voce di Lione agli Angra,mi faceva un po’ strano. Poi li ho sentiti. Questa mia affermazione, forse, farà un po’ storcere il naso agli aficionados dei vecchi Angra. Nonostante l’acustica del locale fosse un po’ penalizzata dal sold out (che era comunque nell’aria), nonostante l’assenza di un colosso come Loureiro e la presenza di una voce che ero abituato a sentire cantare tutt’altro, gli Angra sono sempre gli Angra. Inutile scrivere delle doti tecniche ed artistiche di tutti gli integranti la band ed inutile commentare il coinvolgimento del pubblico. Si, anche dei nostalgici di Matos che, nonostante tutto, hanno cantato a squarciagola - vi ho visti .
Una band all’altezza del proprio nome, della propria storia e della propria fama. Uno show davvero entusiasmante ed una setlist elaborata davvero con tanto gusto. Oltre a mescolare sapientemente piccoli accorgimenti tecnici e melodie che solo loro hanno saputo regalarci, infatti, lo show progredisce in maniera piacevole, e coinvolgente, godibile anche da chi non conoscesse nulla della storia della band. Detto con franchezza, gli Angra non hanno bisogno di orpelli scenografici particolari. Basta la loro musica a disegnare interi mondi, agli occhi di chi vede, ascolta, vive lo spettacolo che offrono.
Tra una samba è l’altra ed uno show condotto con una umiltà che non ti aspetti da una band del genere, si arriva quasi alla metà dello spettacolo, dove il percussionista Dedè (special guest per il tour) si lascia andare in un accenno di capoeira che agli occhi dei soliti “defender” non fa molto metal.
Menzione d’onore per Bittencourt, che prende il posto di Lione (cosa di per se già fuori dalla portata della maggior parte dei cantanti) alla voce, per tre pezzi e cimentandosi nei cori per tutta durata dello show. Ed è proprio la voce di Bittencourt che, seduto in solitaria al centro del palco, intona “Lullaby for Lucifer”, preludendo all’esecuzione di vecchie glorie degli Angra, con le quali la band diletta il proprio pubblico prima della chiusura dello spettacolo.

Setlist:
Newborn Me
Wings Of Reality
Final Light
Nothing To Say
Silence And Distance
Carolina IV
Holy Land
The Shaman
Make Believe
Z.i.t.o.
Deep Blue
Lullaby For Lucifer
Waiting Silence
Time
Rebirth

Nova Era

Lineup:
Rafael Bittencourt – Guitar
Felipe Andreoli – Bass
Fabio Lione – Vocals
Bruno Valverde – Drums
Marcelo Barbosa – Guitar

Dedé Reis – Percussions

In conclusione - mi si perdoni l’essere stato prolisso :

Quando una band di colossi cambia anche solo uno degli elementi, rischia sempre di  scontentare qualcuno. Fatevene una ragione. E’ fisiologico.

Lione può cantare anche la bolletta del telefono. Il confronto con Matos è tanto inevitabile quanto inutile. Sono due cantanti diversi e di certo, il Nostro non intende essere una copia del suo predecessore. Anzi, dimostra che pur portandosi dietro l’eredità dei R.O.F. (della quale non credo affatto voglia sbarazzarsi) è in grado di fare altre cose.

La serata è stata davvero un successo, sia grazie alla partecipazione degli openers, sia grazie alla collaborazione delle agenzie presenti sul territorio Romano, in barba a tutti quelli che suggeriscono agli Angra di cambiare nome.